La Brexit e gli studi legali italiani

Che impatto avrà la Brexit per gli studi legali italiani attivi nel Regno Unito?

La Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, avvenuta formalmente il 31 gennaio 2020, si è concretizzata lo scorso 31 dicembre, al termine di un lungo periodo di transizione.

Le ripercussioni sono molteplici, ma cosa è cambiato in particolare per la categoria degli avvocati? Seppur riconosciuti i servizi giuridici le conseguenze per gli avvocati sono più complesse. Se negli ultimi anni un legale italiano o europeo ha avuto modo di esercitare in tranquillità la propria professione nel Regno Unito grazie alla possibilità di registrarsi come european lawyer, adesso avrà l’obbligo di iscrizione presso l’albo dei foreign lawyer. Inoltre, per ottenere la licenza necessaria ad esercitare attività legali come contenzioso, vendite immobiliari o successioni sarà obbligato a sostenere un esame di Stato di Solicitor.

Per tutti coloro che invece hanno completato un periodo continuativo di tre anni di esercizio della professione di REL (Registered European Lawyers) entro il 31 dicembre 2020 presso un Solicitor, rimane in vigore l’attuale normativa europea, che consente di presentare una richiesta per ottenere l’iscrizione come Solicitor. L’unico obbligo in questo caso rimane l’iscrizione all’ordine degli avvocati in Italia. Se al contrario un avvocato registrato come european lawyer non è riuscito a concludere i tre anni entro il 2020 dovrà sostenere l’esame di Qualified Lawyers Transfer Scheme (QLTS) in modo tale da ottenere la conversione del titolo di avvocato in Solicitor. A partire dall’autunno 2021 si prevede inoltre, una sostituzione di tale esame con il Solicitors Qualifying Examination (SQE).

Per gli avvocati sarà necessaria la presenza di un supervisore o tutor, in quanto un resistred foreign lawyer non può svolgere la propria attività nel territorio inglese in autonomia. Coloro che non subiranno alcun cambiamento restano tutti gli avvocati italiani che hanno già acquisito il titolo di Solicitor e che potranno continuare a svolgere la propria attività autonomamente.

Per quanto riguarda gli avvocati inglesi in Europa saranno soggetti alle leggi nazionali dello Stato in cui si trovano e potranno fornire consulenze circoscritte alla sola legge inglese.

Infine, gli avvocati italiani nel Regno Unito potranno svolgere la propria professione solo se in regola con le nuove disposizioni in merito all’immigrazione come cittadini extra-UE. Ad oggi sono circa 200 gli studi legali esteri presenti a Londra, un quarto dei quali europei.

Tale cambiamento avrà un forte impatto per studenti e neolaureati che non avranno le stesse opportunità. Di fatti, con intoppi burocratici di questa portata sarà sempre più difficile avere nuovi professionisti provenienti dall’Italia, viceversa, sarà più semplice fare un training contract con un italiano laureato nel Regno Unito e non il contrario.

Fonte: Studio Cataldi/Il sole 24 ore

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